Sono trenta giorni che quaggiù non si sente parlare d’altro che di Orfeo. “Io ho sentito che è inciampato e si è girato per sbaglio.” diceva uno. “Io che lei lo ha fatto girare.” ribatteva un altro. “Vi sbagliate entrambi: Caronte lo voleva spingere giù dalla barca, così lei si è messa davanti a lui.” diceva un terzo. Chissà come deve essere stato difficile non guardala dopo che già l’aveva persa una volta, io probabilmente non lo saprò mai, perché sono sposata con qualcuno che non amo per l’eternità. Invidio tanto Euridice per il suo amato, anch'io volevo qualcuno così, per questo ho messo quella condizione. Stare negli Inferi fa pensare, del resto posso solo ascoltare solo ascoltare i pianti dei dannati; ero convinta che distruggere il loro amore mi avrebbe resa felice, ma ora sono devastata. Sento sempre Euridice cantare, cerca di rispondere al suo amato che sente sempre e quando non ha più fiato per cantare piange. A volte mi sembra mia madre che protesta per sei mesi all'anno, lasciando la terra spoglia. Giuro sull’Olimpo che appena tornerò da lei, fra due mesi, porterò con me Euridice e la ridarò all’amato. Se non sono felice di vederli separati li ricongiungerò, per quanto mi infastidisca; dovessi bruciare per sempre nelle viscere del Tartaro.
Scritto da Maria Bollini
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Gennaio 2023
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