È una serata qualsiasi.
Sto ascoltando la musica in camera, i miei genitori sono usciti per fare la spesa e mia sorella sta rimuginando su non so che cosa, con lo sguardo perso nel vuoto. La chiamo e lei si gira, squadrandomi con aria assente. Ignorando il suo strano comportamento che fa venire i brividi, vado in cucina per prendere un pacchetto di patatine. Si sta facendo buio, perciò accendo la luce che rischiara l’ambiente cupo. Cerco di vedere che ore sono, i miei genitori dovrebbero essere già tornati, ma il solito orologio blu appeso in cucina non c’è più. Anche l’ora sul telefono è scomparsa; strano, penso. Esco in corridoio e mi dirigo verso la camera di mia sorella per dirle che sua scherzetto non mi fa affatto ridere. Lei sa che devo sempre controllare che ore sono! Quando apro la porta, però, Alice non c'è più. La chiamo, ma non risponde; il silenzio della casa mi investe. Improvvisamente la luce della stanza si spegne e rimango al buio, con il bagliore tenue della luna che filtra dalla finestra. E’ proprio grazie a questo bagliore che vedo una figura incappucciata che si avvicina verso di me; non è mia sorella. Ha in mano una mazza e, a meno che non sia un fanatico del baseball, quest'uomo ha cattive intenzioni. Mi maledico per non aver ascoltato la mia mamma quando mi diceva di chiudere la porta a chiave. Quando lo sconosciuto alza arma impropria, capisco che è arrivata la fine. Vedo la mazza che si sta avvicinando al mio naso, la scena si svolge al rallentatore. Tre, due, uno e... mi sveglio di soprassalto. Solo qualche secondo capisco che si trattava di un sogno e torno dormire. Scritto da Margherita T.
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Lara era una ragazzina di 17 anni che viveva in Francia nei primi del Novecento. Non aveva famiglia, o meglio la aveva fino a quando una brutta malattia contagiosa portò via sia sua madre che la sua piccola sorellina. Lara era sempre stata povera, viveva in una misera casetta che qualche settimana prima, alla morte della madre, le era stata portata via. Doveva assolutamente trovare un lavoro per poter guadagnare qualcosa e comprare da mangiare, perché ne aveva decisamente bisogno.
Girava per le piovose strade di Parigi quando vide svolazzare alcuni volantini colorati, a righe bianche e rosse. Ne raccolse uno e lesse che una piccola compagnia circense aveva bisogno di un’ acrobata di qualsiasi età, a costo che non avessi paura delle altezze. Lara capì che era l'occasione per lei, l'occasione per costruirsi una nuova vita. In lei cresceva una grande speranza e decise di candidarsi per partecipare alle audizioni. Il fatidico giorno arrivò e Lara non aveva mai provato tanta ansia. Di emozioni così forti nella sua breve vita ne aveva già provate tante, ma questa era diversa. L'audizione consisteva nel camminare su un filo sospeso a circa 9 metri per ben 2 minuti. Lara non l'aveva mai fatto in vita sua, ma voleva provare. Il tuo turno arrivò. la sua vita intera era in mano Ah quello stupido e spaventoso filo. Lara salì. Fece il primo passo, poi il secondo ed anche il terzo. Doveva guardare avanti e trattenere il respiro. Stava camminando? Non se ne rendeva conto nemmeno lei. Ma non doveva distrarsi, doveva fare l'esatto movimento compiuto in precedenza. L'orologio non si era fermato, infatti quei due minuti fatali passarono. Lara scese dall'altro capo del filo. L'aveva fatto. Quello che so di lei è che si trasferì con la compagnia circense in Italia e che visse nella mia casa attuale. Scritto da Emma |
V A Liceo Classico Ernesto Cairoli
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Gennaio 2023
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